Domenica scorsa siamo stati al Museo Poldi Pezzoli a Milano e queste sono le nostre impressioni:
E’,
nell’immaginario collettivo dei milanesi, il museo di Milano. Visitandolo si ha
l’impressione di entrare (cosa che effettivamente è) nella casa di una famiglia
dell’alta borghesia milanese: uno scalone ad accoglierti e poi stanze che si
inanellano una nell’altra, parquet straordinari che scricchiolano appena,
soffitti a tratti affrescati, finestroni che si affacciano sui miracolosi
giardini segreti di Milano. E nelle stanze – che viene spontaneo attraversare a
bassa voce – quadri, più o meno noti o famosissimi, pale d’altare e minuscoli
paesaggi, ritratti stupefacenti e profili di Venezia e gioielli e porcellane e armature
e arredi e tappeti….
E in mezzo a tutto
questo, a simbolo del Museo, quella “Dama del Pollaiolo” che ci accoglie
sorprendentemente senza nessuna enfasi. La tela sta lì, in mezzo ad una sala in
cui nessun elemento ci ha preparati alla sorpresa, quasi per caso, precisa nel
tratto e delicatissima nei colori. Ma è straordinario questo ritratto di
profilo, diventato simbolo stesso del Museo Poldi Pezzoli. E’ un quadro
piccolo, assolutamente unico per cura dei particolari e livello di dettaglio, toccante
per quell’espressione silenziosa che racconta di un’antica ricchezza senza
strepito, di una tranquillità nell’essere e nel mostrarsi. Quella giovane donna
dal profilo perfetto che si staglia su fondo chiaro racconta e incanta: non
sappiamo chi sia, e non ci importa saperlo, sappiamo però che parla della
bellezza del mondo, della perfezione della pittura, di come una tela ed un
museo - anche questo museo - siano
capaci di sospendere il tempo e di meravigliarci.